Palermo, guida completa alla città: cosa vedere in un week end o in più giorni, consigli utili.
Palermo è un cubo di Rubik. Un rompicapo da cui non riesci ad uscirtene.
Un mosaico confuso, di cui ogni tessera ha la sua forma, cromìa, epoca.
Palermo è il racconto silente di dominazioni e guerre, stragi e conquiste, bellezza e degrado, è il mostrare con fierezza ferite ancora non risanate, mescolate a cicatrici grandi quanto secoli di storia.
Non dimenticherò i minuti passati ad ammirarne la mirabolante Cattedrale, nella magica mescolanza di architetture e stili; o le mie Converse che scivolavano sul pavimento bagnato di Ballarò, tra mercanzie esposte in ogni dove e motorini che sfrecciavano nervosi come mosche.
Lo scorcio che mi si apriva da Via Maqueda sul Teatro Massimo; i garage numerati di Capo che smerciavano cianfrusaglie all’odore di umido e di cantine. Quella sensazione di quando ai Quattro Canti mi sentivo inglobata e protetta nel viavai di gente; il soffitto del Politeama; i palazzi decadenti e bombardati in piazze eleganti, e per questo così affascinanti. Il gustoso piatto di pasta alle sarde.
Ero solita pensare ad Istanbul, come terra di mezzo, contesa tra Oriente ed Occidente. Prima di visitare Palermo però. Perché adesso, si, la penso allo stesso modo anche su di Lei.
In questo post voglio parlarvi di cosa vedere a Palermo, che abbiate pochi giorni o un po’ più di tempo. Un segreto: lasciatevi trascinare, inebriatevi, perdetevi.
Non vi deluderà, ne uscirete pieni, sconvolti e ne vorrete ancor più.
Cosa vedere a Palermo: dieci cose da non perdere.
Il Teatro Massimo regala un favoloso scorcio provenendo dal Politeama (anch’esso da vedere!) e da Via Maqueda, la via dello shopping palermitana.
In stile neoclassico, inaugurato a fine 1800, è il terzo teatro più grande d’Europa dopo l’Opera di Parigi e la Staatsoper di Vienna. Ha un’acustica da brivido e architettonicamente è meraviglioso.
Ma soprattutto, quel che è inciso sulla facciata frontale, superiormente alle sei colonne, è bellissimo: “l’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.
La Cattedrale di Palermo, a mio avviso, non ha eguali. E’ stupefacente.
Sono stata minuti e minuti a fissarla. In ogni sua angolazione, nel più piccolo dettaglio c’è magnificenza. Un intreccio armonico di stili architettonici dovuto alle varie dominazioni: si alterna il tardo barocco al gotico, al neoclassico, ad accenni palesemente arabo normanni. A partire dal 1100, quando è stata edificata.
I mercati rionali di Palermo sono assolutamente qualcosa da vedere per addentrarsi nel folclore popolare del posto. E allora passeggiate per Vucciria, Ballarò e Borgo Vecchio. Un teatro di vita, colori, eventi, discussioni e sceneggiate “in lingua” e bancarelle strabordanti di mercanzie dove vien fuori la vera Palermo.
Al Capo, invece, trovate i garage numerati: delle botteghe dove ognuno vende roba vecchia, rimanenze di cantine, un curioso e impolverato mercatino delle pulci a cielo aperto (fino alle 18).
La Chiesa della Martorana è una delle più importanti testimonianze bizantine italiane. Varcata la soglia di questa chiesa, si resta interdetti ammirando la bellezza assoluta degli interni.
La Chiesa della Martorana è risalente al 1100 circa. I pasticceri siciliani hanno reso onore nel mondo a questa Chiesa, con un dolce tipico siciliano, la Martorana, fatto di farina di mandorla e zucchero.
Il Palazzo dei Normanni e la Cappella Palatina sono due delle mete più visitate di Sicilia. Testimoniano l’esistenza del Regno delle due Sicilie: qui difatti vivevano i re ed i vicerè. Mosaici bizantini splendidi alternati a stalattiti lignee, sale lussuose: dal 1947 il Palazzo è sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.
I Quattro Canti sono il centro di Palermo: si tratta di una piazza a forma romboidale dove, ai quattro lati, vi sono quattro edifici, statue e fontane, ognuna a significare un quartiere palermitano diverso: Capo, Kalsa, La Loggia e Albergheria. In essa sono nascosti dediche alle stagioni, alle dee protettrici e a quattro sovrani.
La troverete percorrendo Via Maqueda, la via principale dello shopping, e vi sentirete inglobati nel viavai cittadino e… paradossalmente protetti!
La Fontana Pretoria stona un po’ con tutti gli stili che si intrecciano a Palermo. E sapete perché? Questa fontana fu realizzata da Camilliani a Firenze, ed in seguito fu trasferita a Palermo nel 1581, in Piazza Pretoria, abbracciata da importanti palazzi.
Nella fontana sono rappresentate le allegorie dei quattro fiumi di Palermo, alcune divinità pagane, ninfe, animali, quattro scalinate e varie vasche. Secondi Vasari era “la stupendissima fonte”.
Se avete più tempo, non perdetevi le Catacombe dei Cappuccini di Palermo. Durante il 1800 erano una tappa fissa per chi era in viaggio per il Grand Tour. Nei cuniculi sotterranei sono esposte circa ottomila salme ancora ben mummificate.
Mondello è la rinomata spiaggia di Palermo dove consiglio vivamente di arrivare in autobus (il traffico è soffocante!). Il posto però merita tanto: sabbia finissima e acque cristalline contornate dalle vette del Monte Pellegrino.
Se avete più tempo, non perdetevi il Museo Archeologico Regionale Antonio Salinas; il trecentesco Palazzo Chiarimonte-Steri con il dipinto della Vucciria; la Casa Museo Stanze al Genio, inaugurata da pochissimo, che comprende una collezione di oltre duemila maioliche napoletane e siciliane oltre che mostre contemporanee; la Casa Professa, nel quartiere Albergheria.
O, se siete appassionati di mafia e antimafia, prenotate una visita a Corleone sulle tracce di Borsellino!
Cosa mangiare a Palermo?
Innanzitutto un bel piatto di pasta alle sarde.
E poi, nei vari mercati, io vi suggerirei di far valere la regola dello street food: veloce, vario, economico e colorato! Ai mercati e alle bancarelle potrete così assaggiare di tutto un po’.
Io vi consiglio le panelle (frittelle di farina di ceci); le arancine; gli immancabili cannoli e le cassate; il pane “ca’meusa”, ossia con la milza, la trachea, il polmone e lo strutto; la frutta Martorana; le sarde a beccafico.
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