Liberare le tartarughe con il WWF in Puglia: ecco come fare quest’esperienza grazie al centro recupero tartarughe marine di Molfetta!
Un furgoncino verdone vaga per le strade della mia città, Giovinazzo, già da qualche tempo, si aggira sempre nei dintorni della guardia costiera.
Non è il furgoncino che mi colpisce, ma la scritta che puntualmente leggo: “centro recupero tartarughe marine“.
E’ da poco che abito in questa città, è tutto nuovo per me e sto cercando il mio piccolo angolo di mondo anche qui. E quel furgoncino, da un po’, non può che stuzzicare la mia fantasia, da buona amante della natura, delle esperienze outdoor e dell’ecoturismo.
Quindi un bel giorno mi faccio un po’ coraggio, scavalco la mia timidezza, mi segno il numero di telefono riportato sulla scritta del camioncino e chiamo.
Dall’altra parte del telefono, Pasquale Salvemini, il responsabile WWF del centro recupero tartarughe marine di Molfetta. Parliamo per un’ora: mi illustra il suo lavoro, a cui è dedito giornalmente da vent’anni.
Per quanto sia difficile trovarle o anche solo immaginarle nuotare nei nostri mari, Pasquale mi spiega che quotidianamente pescatori e naviganti si imbattono in tartarughe marine in difficoltà, intrecciate nelle reti, ferite, spiaggiate o esauste a causa delle forti mareggiate.
Una clinica a Valenzano, un’altra a Molfetta: le tartarughe marine che necessitano di cure o di interventi chirurgici vengono trasportate e ricoverate in degenza, in cliniche veterinarie a loro appositamente dedicate.
Una volta completato il loro percorso di cure, si procede alla liberazione: tutte le tartarughe marine curate vengono etichettate con un numero di serie, in modo tale che ovunque vadano, in caso di ulteriore loro difficoltà, sia riconoscibile il percorso di cure effettuato nei centri WWF.
E tutte le tartarughe marine hanno un nome!
Si esce in mare, su gommoni o barche a vela messi a disposizione per il WWF, si naviga fino al largo e dopodiché si liberano: quello a cui si assiste è un vero e proprio spettacolo.
Dopo la chiacchierata telefonica Pasquale mi invita a prender parte alle attività, che siano in clinica o in mare. Accetto molto volentieri, il tempo dei saluti e di uno sguardo fugace all’agenda degli impegni, ed ecco che arriva il giorno tanto atteso.
Un Sabato pomeriggio, c’è il Sole a Bisceglie.
Io e la mia amica Valeria raggiungiamo il porto: eccolo lì Pasquale Salvemini, con il famoso furgoncino. Finalmente un incontro “ravvicinato”! Al punto d’incontro, oltre ai tanti curiosi e agli ormeggiatori, ci attende Bute, una tartaruga che tre mesi prima era stata ritrovata spiaggiata sulla costa di Barletta dopo una forte mareggiata.
Quella che per me era appariva come una grande tartaruga, in realtà aveva solo pochi anni di vita. Che bellissima creatura. Assistiamo alla spillatura delle etichette di riconoscimento, Pasquale Salvemini ci fornisce qualche nozione riguardante questo splendido esemplare, e dopodiché ci imbarchiamo per la liberazione. Tre barche a vela ed un gommone per assistere a questo lieto evento:
Bute ritorna a casa.
E’ stato emozionante. Raggiungere il mare aperto, ascoltare intorno a me le varie manovre di posizionamento del gommone e delle barche a vela, capire la direzione in cui poter favorire Bute, guardare Pasquale che con tanta maestria l’ha sollevata, l’ha adagiata al bordo del gommone per poi liberarla.
E soprattutto guardare lei, che già al sol profumo del mare agitava con vemenza le zampette verso l’acqua: l’ho paragonata a mia figlia quando ha fame e cerca disperatamente il seno, perché sentore di casa, di porto sicuro, di protezione, di Amore.
Chiunque può prender parte alla liberazione delle tartarughe marine in mare o alle attività di volontariato nelle cliniche veterinarie, dove le tartarughe sono in cura. C’è tanto da fare, sia in settimana che nel week end.
Qui in Puglia, nella provincia di Bari e Barletta, il referente WWF è Pasquale Salvemini (“quello del furgoncino”) e potete reperirlo al numero 3466062937.
Vi auguro di emozionarvi tanto, ma proprio tanto. Com’è successo a me.
Liz
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