Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia: cosa fare e cosa vedere a Gravina in Puglia, come visitare la Gravina Sotterranea, cosa mangiare. Guida completa.

Quando arriva l’autunno, una delle città Pugliesi che più amo “abbinare” a questo mood un po’nostalgico è Gravina in Puglia, per me uno dei borghi più belli in Puglia, nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, da pochissimo divenuto uno dei 12 GEOPARCO UNESCO in Italia.

Gravina è come una visione sospesa tra cielo e terra, dove ogni respiro porta con sé l’eco di leggende antiche. Mi piace camminare tra le sue strade silenziose, sentire i sassi sotto i miei piedi raccontare storie di epoche lontane.

Le sue chiese rupestri, scavate nella roccia, appaiono come preghiere sussurrate alla pietra, testimoni di una devozione profonda che resiste al tempo.

Il ponte acquedotto, così maestoso e solenne, si erge tra le gravine come un arco tra due mondi. Da qui mi piace osservarne il panorama: le case aggrappate alle rocce, i pendii scoscesi e selvaggi, il verde che si mescola al grigio della pietra. È la gravina, dove la storia vive e respira insieme alla natura. E al tramonto, quando il sole si spegne dietro le colline, tutto si colora di fuoco, e le antiche mura risplendono di luce calda. Mi perdo nei campi dorati, tra il fruscio degli ulivi secolari e il profumo del grano, sentendo la forza di un popolo legato alla terra, che custodisce con fierezza l’anima sincera del sud.

Nei vicoli, sento il tintinnio delle mani degli artigiani che dipingono. Ogni pennellata racconta una tradizione tramandata da generazioni su questi simpatici fischietti in terracotta dal nome Coca Cola.

Tra questi angoli, i profumi della cucina casereccia: sapori di terra, genuini, che raccontano l’anima contadina. Il pane cotto nei forni a legna, l’olio dorato che scorre generoso sulla pasta fresca, i formaggi saporiti che racchiudono il sole e il vento della Murgia. Ogni boccone è un racconto, un legame profondo con il passato e con la terra.

In questo articolo voglio portarti alla scoperta di questo borgo svelandoti cosa vedere a Gravina in Puglia.

Buona lettura!

***Ciao, mi presento! Sono Liz, un’anima zen, una gipsy. Travel blogger e content creator dal 2016. Viaggio principalmente on the road e prediligo soggiorni wild e itinerari naturalistici. Viaggio con Marcello e i miei tre bimbi: India, Tiago e Ambra. Siamo Pugliesi, raccontiamo tanto le nostre radici e anche i viaggi all around. Puoi seguire le nostre avventure nel Mondo sul nostro profilo Instagram I VIAGGI DI LIZ!***

Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia

Visitare la misteriosa Gravina Sotterranea.

La costanza e la determinazione dello speleologo Michele Parisi hanno dato alla luce, nel 2004, l’altra faccia di Gravina in Puglia, più misteriosa ed arcana: la Gravina Sotterranea. Si tratta di una realtà antica circa settecento anni, costituita da profonde cave, misteriosi cunicoli, capienti cisterne, cantine, dispense, granai.

Realtà nella quale trovavano lavoro tutti i contadini al momento del riposo del latifondo, o tutta quella gente impiegata come servitù al cospetto dei nobili. Realtà comunque abbandonata e dimenticata negli anni Quaranta, in tempi bellici.

Le cave risalgono all’era del Rinascimento, e venivano create in corrispondenza dei palazzi e delle piazze per estrarre la calcarenite di tufo, materiale che risultava utile per l’edilizia. Le cave risultano essere perfettamente uguali in dimensioni sia ai palazzi che alle piazze che li sovrastano.

La tecnica con la quale si scavava è stata una perfetta opera di ingegneria civile senza precedenti, che ha conferito al palazzo la sua stabilità, dividendone il peso: con il piccone, si allargava la base della cava man mano che si scavavano in profondità i blocchi di tufo, costituendo dei muri tipici a campana, sui quali sono ancora evidenti gli strati orizzontali, emblema di secoli e secoli di lavoro. Le cave servivano per la conservazione degli alimenti o fungevano da cantine di deposito delle botti di vino.

Le cisterne sono state scavate con la medesima tecnica su citata, e alcune riuscivano a raccogliere fino a 750 litri di acqua piovana o sorgiva. Per isolare l’acqua dal tufo, che risultava poroso, la cisterna fu intonacata con una manta molto spessa costituita da un miscuglio di tufo sbriciolato, calce viva e cenere del camino che le conferivano impermeabilità. Anche le cisterne sono proporzionate alle dimensioni del palazzo o della piazza sovrastante. Oggi la cisterna, sul fondo, raccoglie tutti i sedimenti ed i resti che venivano trasportati dall’acqua al suo interno, come anfore e cocci vari.

Le cantine, anch’esse scavate, sono grandi spazi costituiti da “binari” paralleli in tufo, cavi al centro, dove venivano sorrette le botti in legno, e, all’esaurirsi del vino, esse venivano fatte rotolare su questa base che ne facilitava il loro lavaggio. In alcune cantine si scovano anche alcune sculture, ad esempio quella di Lucifero, a testimoniare presumibilmente la ribellione contro la Chiesa.

Le dispense sono costituite sempre da cave che, a seconda del ceto sociale dei proprietari del palazzo, e quindi degli spazi e della servitù a disposizione che ci lavorava, appaiono ben diverse tra loro. Per ovviare alla massima concentrazione di anidride carbonica, si sono costruite delle vere e proprie “finestre” con delle grate, comunicanti a catena con i vicini, fino alla grata che sboccava sulla piazza da cui entrava ossigeno e quindi ricambio d’aria.

Il delizioso percorso della Gravina Sotterranea si condisce di stupore ed annesso sconcerto quando si arriva alla Chiesa Rupestre di San Basilio Magno, immersa in un quartiere completamente abbandonato con affaccio sulla Cattedrale, nella quale si trovano ancora resti di un altare, ed un dipinto donato alla Chiesa da una famiglia nobile.

Oltre alla Chiesa rupestre di San Basilio Magno, Gravina in Puglia vanta ben altre 47 Chiese rupestri, alcune di queste visitabili grazie all’Associazione Gravina Sotterranea.Il suggestivo itinerario si conclude spesso dall’altra parte del Ponte medioevale, dove si può godere di uno scorcio gravinese senza precedenti.

Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia

Il Ponte Acquedotto come un arco tra due mondi.

Il Ponte Acquedotto di Gravina in Puglia è molto più di una semplice opera di ingegneria: è un legame tra terra e cielo, tra passato e presente, che si erge imponente sopra l’abisso della gravina, come un’antica sentinella di pietra. Camminarci sopra è un’esperienza che evoca meraviglia e silenzio, e ti consiglio di andarci al tramonto, quando la luce è calda ed infuoca la mistura di verde e pietra.

Ogni passo sembra condurti indietro nel tempo, verso un’epoca in cui l’uomo, con rispetto e ingegno, si piegava alle forze della natura senza dominarle, ma trovando un equilibrio perfetto tra necessità e bellezza. Il ponte abbraccia le due sponde della città, separata da un canyon scolpito dal tempo e dalle acque, come se fosse il filo invisibile che tiene unito il cuore di Gravina.

Il Ponte Acquedotto si allunga per circa 90 metri sopra la gola, svettando per più di 37 metri d’altezza. La struttura attuale risale al XVIII secolo, quando il cardinale Vincenzo Maria Orsini, poi Papa Benedetto XIII, ne volle la costruzione per risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico della città. Ma la sua storia è forse ancora più antica, risalente a quando i primi abitanti del luogo trovarono il modo di attraversare le gole selvagge per unire la comunità. Ristrutturato dopo il terremoto del 1722, il ponte non era solo un’opera funzionale, ma anche simbolo di resilienza e rinascita.

Storie di una civiltà rupestre.

Le chiese rupestri di Gravina in Puglia sono uno dei tesori più affascinanti e misteriosi della città, testimonianze silenziose di un tempo in cui la fede si fondeva con la roccia, in un rapporto intimo e profondo con la natura circostante.

Scavate direttamente nella pietra calcarea, queste chiese sono un esempio unico dell’architettura sacra rupestre, caratterizzate da una spiritualità primitiva e autentica, che affonda le sue radici nell’Alto Medioevo. Le chiese rupestri sono disseminate lungo le pareti della gravina, il canyon naturale che circonda la città, e rappresentano un legame con la storia religiosa e culturale della Puglia.

Una delle chiese rupestri più importanti di Gravina è la Chiesa di San Michele delle Grotte, risalente probabilmente all’VIII secolo. Questa chiesa è stata scavata interamente nella roccia ed è dedicata all’arcangelo Michele, venerato dai Longobardi, che contribuirono alla sua diffusione come figura sacra in tutta la Puglia. L’interno della chiesa è caratterizzato da una serie di ambienti collegati tra loro, con una navata principale che presenta tracce di affreschi risalenti al XII e XIII secolo. Questi affreschi, pur se parzialmente deteriorati, sono testimonianze di una fede viva e sentita, rappresentando santi, scene della vita di Cristo e figure bibliche. San Michele delle Grotte ha svolto un ruolo centrale nella vita religiosa della città per secoli ed è considerata una delle chiese rupestri meglio conservate.

La Chiesa di San Basilio è un altro esempio affascinante di architettura rupestre a Gravina. Dedicata a San Basilio Magno, uno dei Padri della Chiesa orientale, questa chiesa è legata alla presenza di comunità monastiche di rito bizantino che si stabilirono nella zona tra il VII e l’VIII secolo.

Altre chiese interessanti sono le chiese di San Vito Vecchio, Santa Maria degli Angeli e Sant’Andrea.

Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia

Il centro storico di Gravina e l’eredità degli Orsini.

Il centro storico di Gravina in Puglia è un viaggio nel tempo, dove la pietra racconta storie di fede e potere, e l’eco del passato risuona tra i vicoli stretti e tortuosi. La Cattedrale di Santa Maria Assunta domina dall’alto, come una sentinella eterna, con il suo campanile che sfiora il cielo. Qui, tra le sue navate romaniche e le decorazioni barocche, si respira una spiritualità antica, il silenzio profondo della cripta invita al raccoglimento e il tempo sembra sospeso, incorniciato dalla luce che filtra attraverso i rosoni scolpiti nella facciata.

Poco lontano, tra le strade che sembrano un labirinto di pietra viva, il Museo Fondazione Ettore Pomarici Santomasi apre le sue porte per svelare il volto nobile di Gravina. Ogni sala custodisce frammenti di storia: reperti archeologici, dipinti antichi, armi e mobili d’epoca che raccontano di una città in cui la grandezza non era solo nelle mura, ma anche nelle persone che vi abitavano. È un viaggio nel passato aristocratico, tra le eleganti stanze che narrano la vita di una famiglia che ha segnato Gravina e il suo destino.

Passeggiando, si arriva al Museo Civico Archeologico, che svela i segreti più remoti di questa terra. Le ceramiche antiche e i corredi funerari parlano delle popolazioni peucete, che abitarono queste colline ben prima dei Romani, in un dialogo silenzioso tra passato e presente. Ogni oggetto è un ponte tra chi siamo e chi eravamo, un filo invisibile che lega i secoli.

Nel cuore della città, Piazza Benedetto XIII racconta di un legame profondo tra Gravina e la famiglia Orsini, che la governò per secoli. Tra i palazzi nobiliari e gli edifici storici, si avverte la presenza di Vincenzo Maria Orsini, divenuto poi papa Benedetto XIII, che non dimenticò mai la sua città natale. Il suo spirito sembra ancora abitare qui, tra i vicoli e le piazze che lui stesso contribuì a far risplendere, donando a Gravina un’impronta di grandezza spirituale e culturale.

Nel Palazzo Ducale Orsini, oggi in parte distrutto, si percepisce ancora l’eco del potere degli Orsini, una delle famiglie più influenti d’Italia. È un luogo di memorie antiche, dove le pietre parlano di un tempo in cui Gravina era un crocevia di potere e ambizioni nobiliari. Nonostante le rovine, la presenza degli Orsini è tangibile ovunque, come un’ombra che attraversa il tempo e rimane impressa nella città.

La Coca Cola di Gravina.

Passeggiando per le strade di Gravina in Puglia potrà capitare di incontrare degli artigiani che dipingono dei fischietti in terracotta: si chiama Coca Cola. La Coca Cola di Gravina in Puglia è molto più di un semplice fischietto in terracotta: è un simbolo di cultura e tradizione artigianale. Questo oggetto ha radici che risalgono a secoli fa, essendo l’erede di giocattoli e fittili prodotti già nel V secolo a.C. In un periodo di povertà, il fischietto diventava per i bambini l’unico gioco accessibile, permettendo loro di imitare i suoni degli uccelli.

La forma tipica del fischietto è ispirata a un uccello, il “cola cola”, ed è spesso decorato con vivaci colori. Questo oggetto non solo funge da gioco, ma è anche considerato un simbolo di buon auspicio, associato a tradizioni legate alla fertilità e alla rinascita della natura​.

A Gravina, la tradizione della Coca Cola è portata avanti dai fratelli Vincenzo e Beniamino Loglisci, che rappresentano la quinta generazione di artigiani dediti a questo mestiere. La loro bottega, situata in un casolare del 1200, è un punto di riferimento per la produzione di questi fischietti. Il Museo della Coca Cola, annesso alla loro bottega, offre un affascinante sguardo sulla storia e sull’arte di realizzare questi oggetti​.

Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia
Gravina in Puglia, tra i borghi più belli della Puglia

Cosa e dove mangiare a Gravina in Puglia?

A Gravina in Puglia, i sapori sono il cuore pulsante delle sue tradizioni. Cosa e dove mangiare a Gravina in Puglia?

La cucina locale affonda le radici nella semplicità contadina, dove le verdure selvatiche delle Murge, come cicorie e fave, si combinano a legumi e carne di agnello nei piatti storici come la crapiata e il calariello. I formaggi, tra cui il famoso pallone di Gravina, un provolone semiduro, e la ricotta fresca di pecora, esaltano la genuinità del territorio. Tra i salumi spiccano la pizzintella e la soppressata insaporiti con peperoncino e semi di finocchio. Non mancano i dolci legati alle festività: i taralli all’uovo e il ruccolo, una focaccia dolce con cipolle e uvetta, celebrano la Pasqua e San Giuseppe.

Se desideri assaporare la cucina tradizionale di Gravina in Puglia, posso consigliarti diverse osterie e trattorie che ho provato che propongono pietanze gustosissime ed eccellenti: Osteria al Cardoncello, Trattoria Mamma Mia ed Osteria Sant’Agostino.

Buon viaggio!

Liz

*  *  *  *  *

Segui le nostre avventure su Instagram, in Italia e nel Mondo!

Autore

Liz, cuore zingaro, anima zen. Travel content creator, web writer, SMM. Vagabondo nel Mondo, racconto luoghi e itinerari, ma racconto anche le mie radici, la mia Puglia, che amo. Viaggio con il mio compagno Marcello ed i nostri piccoli India, Tiago e Ambra, i nostri figli. Credo fortemente che il viaggio e la natura siano per loro la migliore scuola senza mura in assoluto. Siamo wild & eco-friendly!

Lascia un commento

Inserisci il codice di verifica: *