Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove: esperienze autentiche per scoprire l’isola oltre il mare, con bambini e non.

Era l’inizio di settembre quando siamo arrivati all’Isola d’Elba, con la valigia leggera e la mente piena di sole. Avevamo immaginato giornate di mare, sabbia calda sotto i piedi e il profumo del rosmarino che si confonde con quello della salsedine.

E così è stato per quattro giorni, siamo riusciti a fare delle esperienze bellissime. Ma poi il cielo ha cambiato umore. Le nuvole hanno coperto l’azzurro limpido che ci aveva accolto e, nel giro di un mattino, la pioggia ha iniziato a cadere fitta, continua, come una carezza malinconica sull’isola.

All’inizio ho sorriso, pensando che sarebbe durata poco. Ma la pioggia, all’Elba, ha un suo ritmo: non è impetuosa, è paziente. Ti accompagna, goccia dopo goccia, costringendoti a rallentare. Così, rassegnati all’idea che il mare per un po’ sarebbe rimasto solo un sottofondo, ci siamo trovati a chiederci davvero cosa fare all’Isola d’Elba quando piove.

È stato in quel momento che il viaggio ha cambiato volto. Niente più spiagge e tuffi, ma giornate fatte di piccoli dettagli: il rumore dei passi sulle pietre bagnate, l’aroma del caffè che esce dalle case del porto, i volti sorridenti di chi sull’isola ci vive tutto l’anno. In due giorni di pioggia abbiamo scoperto un’Elba diversa, più intima, profonda, quasi segreta. Un’isola che non avevo mai immaginato, ma che mi ha conquistato completamente. Anche con la pioggia.

In questo articolo voglio darti qualche idea su cosa fare all’Isola d’Elba quando piove.

Buona lettura!

***Prima di continuare, mi presento: sono Liz, un’anima zen, una gipsy. Sono travel blogger e content creator dal 2016. Viaggio principalmente on the road e prediligo soggiorni wild e itinerari naturalistici. Viaggio con Marcello e i miei tre bimbi: India, Tiago e Ambra. Siamo Pugliesi, raccontiamo tanto le nostre radici e anche i viaggi all around. Puoi seguire le nostre avventure nel Mondo sul nostro profilo Instagram I VIAGGI DI LIZ!***

Come arrivare all’Isola d’Elba?

Prima di raccontarti il nostro itinerario, vale la pena spiegare come arrivare all’Isola d’Elba, perché già la traversata in traghetto fa parte del viaggio. Noi siamo partiti da Piombino, che è il porto principale di collegamento con l’isola. Da lì, in poco più di un’ora, si raggiunge Portoferraio, la “porta d’ingresso” dell’Elba.

Abbiamo scelto di viaggiare con Blu Navy, una delle compagnie più affidabili e conosciute che collegano ogni giorno Piombino a Portoferraio. Ci è piaciuta subito per la frequenza delle corse (soprattutto in alta stagione) e per la comodità d’imbarco: si può portare l’auto, la moto o la bici a bordo, così da muoversi liberamente una volta arrivati sull’isola. La compagnia Blu Navy opera sulla tratta Piombino–Portoferraio con tempi di navigazione di circa 60 minuti, ma ci sono corse anche da Piombino a Rio Marina (1 ora e 15 minuti) e Piombino a Cavo (circa 40 minuti). Le partenze coprono tutta la giornata — dalla mattina presto fino alla sera — con orari che variano a seconda della stagione.

L’imbarco a Piombino è ben organizzato: si arriva all’area portuale seguendo le indicazioni per “Imbarco Elba”, si consegna il biglietto e, se si viaggia con l’auto, si viene indirizzati nella corsia dedicata. Tutto scorre in modo ordinato e veloce. Una volta saliti, si può scegliere se restare sul ponte esterno per godersi il panorama o accomodarsi all’interno, nelle aree climatizzate. Tutte le navi hanno il bar a bordo e alcune navi hanno anche un’area giochi per i bambini: per noi è stata una piacevole sorpresa! Inoltre, c’è la possibilità di poter cambiare l’orario di imbarco durante la giornata. Comodo, no?

Portoferraio sotto la pioggia: sulle orme di Napoleone.

Il nostro primo giorno di pioggia è cominciato a Portoferraio, e non potevamo fare scelta migliore. Le stradine acciottolate, lucide come specchi, riflettevano la luce dei lampioni e le insegne colorate dei piccoli negozi. L’aria profumava di mare e di pane appena sfornato, mentre il porto, avvolto nella nebbia, sembrava uscito da un romanzo di altri tempi.

Abbiamo deciso di seguire le tracce di Napoleone Bonaparte, che qui visse il suo breve esilio tra il 1814 e il 1815. Sotto l’ombrello, siamo saliti fino alla Villa dei Mulini, la sua residenza principale. La salita è dolce ma panoramica: ad ogni passo il mare si apre alle spalle, e anche sotto la pioggia regala una vista sorprendente. Entrare nella villa è come attraversare una soglia temporale. Le sale sono rimaste intatte, con i mobili originali, i globi, i ritratti e la piccola biblioteca personale. Ci siamo soffermati davanti alla finestra del suo studio: da lì Napoleone guardava l’orizzonte, e in quel momento ci è sembrato di poter immaginare la sua nostalgia, il suo isolamento, la sua forza.

Poco dopo abbiamo raggiunto la Villa di San Martino, la residenza estiva, nascosta tra boschi di lecci e pini. Il giardino, impregnato di pioggia, profumava di terra e muschio. All’interno, colonne neoclassiche e affreschi celebrano la gloria di chi, anche in esilio, non smise mai di sentirsi imperatore. La guida ci ha raccontato che spesso Napoleone si rifugiava lì per scrivere o passeggiare nei dintorni, accompagnato solo dal suo cavallo. Ascoltando quelle parole, ci siamo sentiti anche noi parte di un’altra epoca, come se la pioggia avesse cancellato ogni distanza tra presente e passato.

A quel punto la fame cominciava a farsi sentire, e quale occasione migliore per rifugiarci in un’osteria tipica? Così, seguendo il profumo di sugo e di pane caldo, siamo arrivati in Via del Mercato Vecchio 24, una stradina lastricata nel cuore del centro storico, e ci siamo fermati all’Osteria Ferraja. Il locale è un piccolo gioiello: travi in legno, pareti color ocra, tavoli in legno massiccio e luci calde che creano un’atmosfera familiare. Ci hanno accolti con un sorriso e un bicchiere di Ansonica, il bianco locale dal profumo di agrumi e sale. Abbiamo iniziato con una zuppa di pesce alla portoferraiese, servita fumante in una ciotola di terracotta, e un antipasto di totani ripieni con erbette di campo, teneri e saporiti. Come primo piatto, i tagliolini al ragù di cernia ci hanno letteralmente conquistati: un equilibrio perfetto tra mare e terra.

Il tutto accompagnato da un calice di Aleatico dell’Elba, dolce e intenso, che si sposava alla perfezione con la brezza umida che entrava appena dalla finestra. Il proprietario, un uomo dal sorriso sincero, ci ha raccontato che l’osteria prende il nome da un’antica parola elbana che significa “ferro”, a ricordare il legame dell’isola con la sua storia mineraria.

Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove
Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove

Musei e silenzi: la storia che profuma di mare.

Con il pomeriggio, la pioggia si è fatta più insistente, ma Portoferraio offre rifugi perfetti per chi ama la cultura. Così ci siamo diretti al Museo Archeologico della Linguella, ospitato nella torre ottagonale vicino al porto. Dentro, il rumore della pioggia si mescolava al fruscio dei passi e all’eco dei racconti delle guide. Le teche custodiscono reperti etruschi e romani: anfore recuperate dai fondali, utensili in bronzo, ancore consumate dal sale. Osservandole, abbiamo immaginato le rotte dei mercanti antichi, le barche che approdavano sull’isola molto prima di noi.

Subito dopo siamo entrati alla Pinacoteca Foresiana, un luogo che sembra sospeso nel tempo. Le sale sono piccole, calde, illuminate da luci morbide. Sulle pareti, dipinti e incisioni raccontano secoli di vita elbana: pescatori, marinai, paesaggi di mare. Fuori continuava a piovere, ma noi non ce ne siamo più accorti. In quelle ore, Portoferraio ci è sembrata una piccola capitale del silenzio, dove ogni pietra ha qualcosa da raccontare.

Tra i vigneti bagnati: degustazione di sapori e racconti.

Il giorno seguente, con la pioggia che cadeva ancora gentile, abbiamo deciso di spostarci verso Capoliveri, tra colline che guardano il mare. La strada, stretta e tortuosa, attraversa vigneti e oliveti che con la pioggia assumono sfumature di verde e argento. Il profumo di terra bagnata e di mare ci accompagnava mentre ci avvicinavamo alla Tenuta delle Ripalte, una delle cantine storiche dell’isola.

L’accoglienza è stata calorosa: ci hanno offerto un calice di Aleatico Passito DOCG, il vino dolce simbolo dell’Elba, ottenuto da uve lasciate appassire lentamente al sole. Il suo profumo, intenso e avvolgente, ricordava le spezie, i frutti rossi e il miele. Mentre sorseggiavamo, ascoltavamo il racconto della viticoltura elbana, della fatica di coltivare la vite su un terreno ferroso e scosceso, battuto dai venti marini. Ci hanno servito anche un bianco profumatissimo e un rosato fresco, accompagnati da formaggi stagionati e miele di corbezzolo.

Guardando fuori, con la pioggia che continuava a cadere lenta sui filari, abbiamo pensato che raramente un luogo sa raccontarsi così bene attraverso i suoi sapori.

Terme di San Giovanni: la pioggia che rigenera.

Se non hai bambini al seguito, ti consiglio, in una uggiosa giornata, del puro relax alle Terme di San Giovanni, appena fuori da Portoferraio. L’acqua termale, ricca di sali minerali e di alghe marine, ha proprietà rigeneranti. Potrai immergerti nelle vasche calde mentre fuori la pioggia batte dolcemente sui vetri, donarti un massaggio con oli essenziali e una tisana alle erbe dell’isola. Puoi guardare tutti i trattamenti sul sito web ufficiale.

I borghi elbani: tra botteghe, chiacchiere e profumi.

Nel pomeriggio, la pioggia si è trasformata in una sottile foschia, e abbiamo deciso di perderci tra i vicoli di Capoliveri e Porto Azzurro. Camminare sotto gli ombrelli tra i muri color pastello e le piante rampicanti che scendono dai balconi è stato come entrare in un dipinto. I pavimenti lucidi riflettevano la luce dei lampioni e il profumo di caffè si mescolava a quello della pioggia.

In una bottega di ceramiche, una signora ci ha invitati a entrare: stava decorando a mano piatti con motivi marini. Ci ha offerto un bicchiere di vino dolce e ci ha raccontato che, nei giorni di pioggia, l’isola “si lascia guardare davvero”. Le sue parole ci sono rimaste impresse: forse è proprio così, quando smette di correre, l’Elba rivela la sua anima più sincera. Abbiamo proseguito tra enoteche e piccole pasticcerie, assaggiando biscotti al miele e marmellate di fichi. Ogni incontro era un racconto, ogni odore un frammento di memoria.

Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove
Porto Azzurro – Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove

La Piccola Miniera di Porto Azzurro: nel cuore della terra.

Il secondo giorno di pioggia abbiamo portato i bambini alla Piccola Miniera di Porto Azzurro. È una riproduzione fedele delle antiche miniere elbane, realizzata con materiali autentici.

Il percorso è di circa quindici minuti su un trenino, tra pareti di roccia e voci che raccontano il lavoro dei minatori. Le guide mostrano attrezzi, fotografie e minerali di ogni tipo: pirite, ematite, quarzo. I bambini, seduti accanto a noi, ascoltavano a bocca aperta. Quando le luci si abbassano e la guida mostra come brillano le pietre alla luce, il tempo sembra fermarsi.

Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove
Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove

Il Museo dei Lego a Marina di Campo: ELBA BRICK.

Uno dei pomeriggi più piovosi del nostro soggiorno lo abbiamo trascorso a Marina di Campo, un borgo che conoscevamo per le sue spiagge dorate ma che, con il maltempo, ci ha regalato una sorpresa inaspettata: l’ex Acquario dell’Elba oggi ospita un nuovo spazio dedicato alla fantasia, un vero paradiso per grandi e piccoli appassionati dei mattoncini LEGO.

L’edificio, un tempo pieno di vasche e creature marine, conserva ancora la sua struttura originaria: ampie sale, corridoi curvi e luci basse che creano una suggestione quasi teatrale. Ma ora, dove un tempo nuotavano pesci e murene, si estendono scenari incredibili costruiti interamente con i LEGO: città in miniatura, castelli medievali, treni in movimento, astronavi, e addirittura riproduzioni di monumenti famosi.

Mentre fuori la pioggia scrosciava sul tetto, dentro ci siamo ritrovati immersi in un mondo di colori e dettagli minuscoli. Ogni stanza è un piccolo universo: ci siamo divertiti a cercare le scene nascoste tra le costruzioni — un gruppo di pompieri in miniatura alle prese con un incendio, una spiaggia popolata da surfisti microscopici, una stazione spaziale completa di razzi e pianeti. I bambini che visitavano il museo correvano da una vetrina all’altra con gli occhi pieni di stupore, e ammettiamo che anche noi, adulti curiosi, abbiamo riscoperto per un momento lo stesso senso di meraviglia.

Una parte della mostra è interattiva: ci sono tavoli dove è possibile costruire liberamente, torri di mattoncini di ogni colore e perfino un’area dedicata ai modelli storici, con set vintage che raccontano l’evoluzione del celebre mattoncino. Le guide, sempre sorridenti, ci hanno spiegato che il progetto nasce per unire gioco e creatività, e che ogni anno l’esposizione cambia tema, così da offrire sempre nuove sorprese ai visitatori.

Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove
Cosa fare all’Isola d’Elba quando piove

Quando il nostro breve soggiorno all’Isola d’Elba è giunto alla fine, il cielo ha finalmente deciso di concederci un raggio di sole. Le nuvole si sono diradate piano, il mare ha ripreso la sua sfumatura turchese e la luce, riflettendosi sulle scogliere bagnate, sembrava quasi volerci salutare. Eppure, abbiamo scoperto un’isola che non è solo fatta di spiagge e tramonti, ma di storie, profumi, sorrisi e dettagli che emergono solo quando il mare tace e la pioggia prende il suo posto. Abbiamo camminato nei vicoli lucidi di Portoferraio, ascoltato il rumore delle gocce sui vetri dei musei, sentito il profumo di pesce e di vino nelle osterie, imparato ricette antiche, e persino viaggiato sottoterra, tra le miniere e i mattoncini colorati di Marina di Campo.

Ci siamo accorti che la pioggia, all’Isola d’Elba, non rovina i piani: li trasforma. Ti obbliga a rallentare, a osservare, a vivere l’isola con un passo diverso. Ti spinge a guardare oltre la superficie e ad ascoltare il battito autentico di questo luogo, fatto di mare e di memoria, di semplicità e accoglienza.

Oggi, se qualcuno ci chiedesse ancora cosa fare all’Isola d’Elba quando piove, risponderemmo senza esitazione: tutto ciò che non avevamo previsto. Perché è proprio quando il sole si nasconde che l’Elba mostra il suo volto più vero — quello che resta nel cuore, anche molto tempo dopo essere tornati a casa.

Spero che questo articolo possa esserti stato d’aiuto.

Buon viaggio!

Liz

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Autore

Liz, cuore zingaro, anima zen. Travel content creator, web writer, SMM. Vagabondo nel Mondo, racconto luoghi e itinerari, ma racconto anche le mie radici, la mia Puglia, che amo. Viaggio con il mio compagno Marcello ed i nostri piccoli India, Tiago e Ambra, i nostri figli. Credo fortemente che il viaggio e la natura siano per loro la migliore scuola senza mura in assoluto. Siamo wild & eco-friendly!

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